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16.06.2017
| Tempo di lettura: 4 min

Cresce del 19% l’eCommerce B2B in Italia: ora vale 310 miliardi di euro

Il grado di digitalizzazione delle imprese italiane è in costante crescita, ma ancora insufficiente.

Interessanti i dati emersi nel corso del Convegno “digitalB2b” dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica ed eCommerce B2B del Politecnico di Milano, di cui Intesa è sponsor.

Nel 2016 in Italia l’eCommerce B2B – l’insieme delle interazioni tra imprese tramite soluzioni digitali – ha toccato un valore di 310 miliardi di euro, cresciuto del 19% in un anno,e ora rappresenta il 14% del totale delle transazioni tra imprese (B2B) nel nostro Paese. Lo riferisce l’edizione 2017 dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica ed eCommerce B2B del Politecnico di Milano, presentata pochi giorni fa.

La metà del valore dell’eCommerce B2B italiano si concentra nel rapporto tra produttori e rivenditori, il 30% scaturisce da scambi tra produttori e fornitori, e il restante 20% dai rapporti grossisti-rivenditori e produttori-grossisti. 120mila imprese italiane nel 2016 hanno fatto eCommerce B2B, il 20% in più dell’anno prima. Tra esse c’è oltre la metà delle grandi imprese, e più di una PMI su 4. Automotive (80 miliardi di euro), Largo Consumo (65 miliardi) e Farmaceutico (18 miliardi) sono i primi 3 settori per volume di scambi digitali B2B.

L’Osservatorio classifica le soluzioni eCommerce B2B in tre categorie: eProcurement (ricerca, qualificazione e certificazione fornitori, negoziazione su strumenti digitali, eCatalog), eSupply Chain Execution (fasi logistiche, commerciali, amministrative e contabili), eSupply Chain Collaboration (pianificazione, sviluppo nuovi prodotti, gestione della qualità).

Da sola, la categoria eSupply Chain Execution (EDI o Extranet/Portali B2B) è il 75% del totale eCommerce B2B, perché le imprese stanno investendo molto nella digitalizzazione del Ciclo Order-to-Pay. Oltre 150 milioni di documenti digitali (+36% rispetto al 2015) – soprattutto fatture, ordini, conferme di spedizione – sono stati scambiati tramite reti EDI. Extranet e Portali B2b sono circa 430, usati soprattutto dalle grandi imprese per interagire con ecosistemi frammentati o piccole imprese.

C’è poi anche il Sistema di Interscambio (SdI) per interagire con la PA, adottato al 31 dicembre 2016 da oltre 900.000 imprese, con cui l’anno scorso sono state scambiate oltre 30 milioni di Fatture Elettroniche.

Passando all’eProcurement, in Italia sono quasi 250 i grandi Portali che supportano sia i processi di selezione e qualifica dei fornitori sia le fasi di negoziazione e acquisto.

Quanto all’eSupply Chain Collaboration, resta limitata a pochi grandi attori che scambiano con clienti e/o fornitori informazioni strategiche (dati di sell-out, livelli di stock, piani di produzione, previsioni di vendita) oltre a quelle operative (ordini, fatture). C’è interesse per le collaborazioni nei processi di Marketing (30% delle imprese), meno nello sviluppo congiunto di prodotti (14%).

Infine le priorità di investimento per i prossimi 3 anni. Oltre il 60% delle grandi imprese indica la digitalizzazione del ciclo Order-to-Pay e dei processi interni (Gestione Elettronica Documentale, Conservazione Digitale). 3 imprese su 4 indicano progetti collaborativi (Marketing o Monitoraggio della Supply Chain), e solo 1 su 5 soluzioni di eProcurement.

Nel complesso sono moltissime le imprese, soprattutto in alcuni settori di industria, che hanno avviato processi di digitalizzazione e stanno già misurando il vantaggio competitivo acquisito. Tuttavia il ritmo di crescita procede ancora a velocità insufficiente e le aziende si scontrano con inefficienze a livello di filiera, determinate dalla presenza di interlocutori che non hanno ancora abbracciato la politica go-to-digital.

Gli sforzi da compiere per un’implementazione totale della Supply Chain digitale sono ancora molti; fortunatamente le tecnologie disponibili oggi, così come le numerose iniziative incentivanti offrono alle aziende un notevole ventaglio di opportunità.

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