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29.05.2018
| Tempo di lettura: 6 min

Provvedimento n. 89757/2018 dell’Agenzia delle Entrate e canali EDI

Il valore aggiunto delle filiere EDI: oltre l’XML B2B c’è molto, molto di più.

Il Provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate in materia di fatturazione elettronica obbligatoria tra privati, emesso lo scorso 30 aprile, illustra le varie modalità di trasmissione della fattura elettronica attraverso il Sistema di Interscambio che diventerà sostanzialmente l’unico sistema di inoltro e ricezione valido ai fini fiscali, per cedenti e cessionari.

L’obiettivo del provvedimento, anticipato dalla legge di stabilità di fine anno scorso, è infatti quello di aiutare l’Agenzia delle Entrate nella lotta all’evasione e all’elusione. Proprio su questo elemento si basa la deroga rilasciata dall’UE denominata: “Decisione di esecuzione (UE) 2018/593 del consiglio del 16 aprile 2018 che autorizza la Repubblica italiana a introdurre una misura speciale di deroga agli articoli 218 e 232 della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto”

Appurato quindi che stiamo parlando di valutazioni e decisioni prettamente a carattere fiscale, come si armonizzano tali indirizzamenti con le necessità operative delle aziende? In altre parole, quanto la fattura XML B2B si sposa, a livello di tracciato, con le reali esigenze di un corretto ed esaustivo controllo contabile e di merito che le amministrazioni devono effettuare prima di poter mettere in pagamento o rifiutare una fattura emessa?

L’eliminazione, introdotta dal Provvedimento, delle notifiche di rifiuto e accettazione da parte del cessionario e la conseguente decisione di rimandare la disputa a mezzi alternativi al SdI (il normale iter di telefonate, mail e chiarimenti vari tra le parti) dimostra quanto poca sia la fiducia relativa all’esaustività del tracciato. Il timore di ricevere, infatti, troppe notifiche di rifiuto da dover veicolare alle parti, restando così ingarbugliati all’interno dei meccanismi di contenzioso, non era esattamente l’obiettivo prioritario della legge. Se, infatti, l’accettazione era di fatto una notifica standard e automatica, il rifiuto sarebbe diventato un onere più ingente di creazione e smistamento di tracciati di rigetto con ri-sottomissione delle fatture corrette. Eliminandole, al limite ci sarà un fiorire di note di credito e nuove fatture, tutto sommato più semplici da gestire in quanto standardizzate.

Se dunque, all’Agenzia Tributaria la disputa interessa relativamente poco, per le aziende resta una problematica molto sentita. Proprio per questo, da anni, le filiere EDI hanno creato documenti del ciclo supply chain che, in modo automatico si correlano tra loro (ordini, conferme, DDT). Grazie all’impiego di standard personalizzati e molto focalizzati sul mercato di competenza, all’arrivo di una fattura estremamente dettagliata, la riconciliazione è molto rapida, completa ed efficace.

Pensare quindi di sostituire la fattura EDI con una fattura lite come l’XML B2B è impensabile e nessuna filiera potrebbe mai accettarlo. Pertanto, le aziende si stanno sempre più rivolgendo ai provider EDI per riuscire a gestire in maniera efficace il doppio canale, ossia l’invio della fattura XML B2B valida ai fini fiscali attraverso il SdI e quello della fattura EDI, determinante ai fini gestionali, con il consueto canale messo a disposizione dal VAN (Value-Added Network).

Al provider viene richiesto un efficace coordinamento tra l’emissione della fattura fiscale e l’invio di quella EDI. Se infatti non si agisse in maniera coerente tra le due emissioni, si correrebbe il rischio di inviare una fattura EDI nel momento in cui il SdI la sta ancora controllando (nei 5 giorni di Legge), magari sottoponendola a scarto.

L’azione coordinata dei provider è proprio quella di evitare situazioni del genere. La cosa diventa più semplice quando il provider di cedente e cessionario risulta essere lo stesso e quindi si può ricorrere al Flusso Semplificato in cui il provider invia il flusso XML B2B al Sistema di Interscambio che però non lo smista al cessionario, lasciandone l’incombenza al medesimo provider che è tale per entrambe le parti. Richiede una maggiore attenzione la situazione in cui i provider sono diversi e quindi i due flussi paralleli viaggiano in invio e ricezione sui due canali distinti rappresentati dal SdI e da VAN EDI differenti.

Si esemplifica, per chiarezza, il flusso relativo, al ciclo attivo di un’azienda facente parte di una filiera EDI, che invia ad un destinatario sia le fatture EDI che la fattura B2B.

Il provider EDI del mittente si occupa di “splittare”, validare e tradurre da EDI a XML B2B le fatture del proprio cliente e di inviarle al SdI. Il provider resta in attesa dell’OK o del KO dello SdI. Dopo i relativi controlli, e solo in caso di OK, invia al provider del cessionario la fattura EDI che, nel frattempo, il SDI avrà consegnato al cessionario stesso o al suo intermediario.

Il corretto workflow con area di staging, in attesa della notifica di OK del SdI, è fondamentale per evitare che si mandino fatture errate, così come è fondamentale avere un single point of interface in grado di gestire tanto l’EDI quanto la conversione dell’EDI verso l’XML B2B e l’intermediazione verso il Sistema di Interscambio.

 

L’utilizzo di un fornitore di servizi in grado di essere intermediario qualificato verso il SdI e, allo stesso tempo, provider EDI, risulta fondamentale per poter coordinare in maniera ottimale la gestione dei dati fiscali e quella dei dati operativi ai fini gestionali.

 


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