InTerview: Paolo Maurino, Head of Security
Le persone di Intesa raccontano la loro professionalità
Proteggere la sicurezza informatica è fondamentale per la reputazione di ogni azienda. Ma di cosa si occupa esattamente il Chief Information Security Officer? Quali sono gli aspetti più interessanti del suo lavoro?
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In questo articolo scoprirai:
Ci sono mestieri in cui il perpetuarsi dei gesti tramandati di generazione in generazione è considerato una garanzia di qualità. Per chi si occupa di IT e informatica, invece, vale esattamente il contrario: il costante aggiornamento delle competenze è fondamentale per riuscire a svolgere il proprio lavoro. Paolo Maurino, Chief Information Security Officer (CISO) di Intesa, si occupa di infrastrutture tecnologiche da sempre. Il suo percorso è l’esempio di come, per quanto una formazione universitaria sia utile a impostare le basi della professione, l’aggiornamento delle competenze di chi lavora nel mondo IT non possa fermarsi, mai.
Di cosa si occupa il CISO di un’azienda?
Il CISO è una figura molto importante, e probabilmente la sua presenza all’interno delle aziende verrà resa obbligatoria da una legge UE. Secondo la definizione della Cyber Security Guide di Kyndryl il CISO è “Responsabile della conduzione della strategia di cyber security a livello aziendale, delle politiche, degli standard, dell’architettura e dei processi. L’organizzazione del CISO lavora con tutte le altre strutture all’interno dell’azienda per proteggere l’azienda stessa, il suo marchio e i suoi clienti dai rischi legati alla cybersecurity.” Si occupa quindi di effettuare l’analisi del rischio, implementare una governance e una strategia, implementare le policy e le azioni pratiche per gestire la sicurezza dell’azienda, gestire gli eventuali incidenti, implementare i tool, testare le vulnerabilità e provvedere all’educazione e all’awareness della popolazione aziendale.
Qual è l’aspetto più interessante del tuo lavoro?
La possibilità di spaziare su argomenti diversi e ampliare le competenze, non essere “costretto” a fare esclusivamente ciò che prevede il ruolo ma avere la libertà di valutare, proporre e testare soluzioni alternative. Il ruolo del CISO è come una “lotta tra bene e il male”: sapere di avere la responsabilità della difesa dei sistemi aziendali e dover essere sempre pronto a ridurre i rischi e respingere gli attacchi.
Come è cambiato questo ruolo in questi anni? E come è cambiata l’operatività dell’azienda?
È cambiato tantissimo, soprattutto negli ultimi 10 anni, perché è in questo periodo che si è acquisita la consapevolezza che la sicurezza informatica di un’azienda è importante, fondamentale. Ciò è accaduto probabilmente anche grazie alla divulgazione delle notizie sui vari attacchi informatici e alla disponibilità di informazioni online al riguardo: la sicurezza informatica è diventata anche una questione di reputazione per le aziende, che devono trovare la giusta via tra la visibilità (più informazioni di sono online su di te più sarai esposto) e la sicurezza.
Questo ambito richiede un aggiornamento costante delle competenze. Quali strategie vengono utilizzate per non perdere di vista le novità?
Partecipare il più possibile agli eventi di settore e seguire i forum specifici e gli advisor di sicurezza rilasciati dalle case di produzione: per chi lavora in quest’ambito è fondamentale essere curiosi e aver voglia di imparare e approfondire le nuove tematiche.
Cosa consiglieresti a una persona che vuole lavorare nella cyber security?
Lavorare nella cyber security è stimolante, adatto a chi non vuole “annoiarsi” e in cui c’è molta richiesta. Il mio consiglio per chi vuole inserirsi in quest’ambito è cercare di non fermarsi al titolo di studi: alla velocità con cui cambiano le cose, è difficile che una laurea in ambito IT sia davvero specialistica e professionalizzante. Bisogna fare più esperienza possibile dopo la laurea in informatica, in questo ambito specifico (le opportunità non mancano), e magari acquisire qualche certificazione specifica nel settore.