Innovazione

16.12.2025

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Tempo di lettura: 6 min

Cinque Trend Digitali 2026: conformità normativa e competitività aziendale

Come le imprese italiane possono trasformare gli obblighi normativi in vantaggi competitivi


Il 2026 segna la svolta: cinque trend digitali obbligatori – fatturazione elettronica, EUDI Wallet, AI Act, NIS2 e CSRD – che le imprese italiane devono trasformare da vincoli normativi in opportunità competitive.


Scopri insieme a noi:

Il 2026 sarà definito dalla convergenza di cinque grandi trend digitali e normativi che cambieranno il modo in cui le aziende operano in Europa. Fatturazione elettronica internazionale, identità digitale europea, intelligenza artificiale regolamentata, cybersecurity obbligatoria e sostenibilità operativa non sono più semplici opzioni strategiche, ma pilastri necessari per rimanere competitivi e conformi nel mercato europeo.​

1. Fatturazione Elettronica Internazionale: Il Mandato Europeo del 2026

Nel 2026, sette paesi europei introdurranno in parallelo l’obbligo di fatturazione elettronica B2B: Belgio a gennaio, Polonia a febbraio, Francia a settembre, con la rete Peppol BIS 3.0 che si consolida come standard europeo per l’automazione dei flussi documentali. Per le imprese italiane che lavorano con clienti internazionali, adottare ora la fatturazione elettronica conforme al formato EN 16931 significa automatizzare i cicli di incasso, velocizzare la riconciliazione e garantire conformità normativa in tempo reale su più mercati.​

Rinviare l’adeguamento fino alla seconda metà del 2026 espone a rischi significativi: integrazioni tecniche gestite in emergenza, formazione compressa dei team e possibili blocchi operativi. Chi si muove per tempo ottiene invece un’infrastruttura scalabile e affidabile, trasformando la fatturazione elettronica da mero adempimento a base per tracciabilità, automazione contabile e controllo della liquidità in tempo reale.​

2. Identità Digitale Europea (EUDI Wallet): Nuova Infrastruttura per Onboarding e Servizi Digitali

Nel 2026 l’EUDI Wallet europeo entrerà in uso operativo, abilitando la verifica istantanea dell’identità e dell’autorità legale in molteplici contesti digitali, dai servizi online ai processi di onboarding. Una quota rilevante di cittadini italiani mostra già interesse verso strumenti di identità digitale, creando un terreno favorevole per l’adozione di questo nuovo standard.​

Per le imprese, integrare l’EUDI Wallet nei processi KYC (Know Your Customer) e nei servizi digitali significa ridurre drasticamente complessità e rischi: autenticazione forte integrata, minore esposizione a tentativi di frode, certificazione digitale dei poteri di firma e delle autorizzazioni. Le realtà che sapranno sfruttare l’identità digitale europea nei propri servizi e processi digitali saranno più rapide, più sicure e più attrattive per partner e clienti internazionali.​

3. Intelligenza Artificiale e Governance Obbligatoria: L’AI Act Entra in Vigore ad Agosto

Ad agosto 2026 l’AI Act europeo diventerà pienamente applicabile, imponendo alle aziende obblighi stringenti di governance, valutazione del rischio e documentazione tecnica per ogni sistema di intelligenza artificiale utilizzato. Questo passaggio segna l’evoluzione dalla semplice sperimentazione AI alla costruzione di una vera “forza lavoro pronta per l’AI”, in cui algoritmi e modelli sono integrati in processi core, ma all’interno di un quadro regolatorio preciso.​

Le imprese che avviano oggi programmi strutturati di AI governance potranno domani usare l’intelligenza artificiale anche per automatizzare parte della compliance: monitoraggio continuo dei sistemi, valutazione del rischio automatizzata, generazione assistita di documentazione e report. In questo modo non solo si garantisce la conformità all’AI Act, ma si accelera la trasformazione digitale, sfruttando l’AI come leva per scalare i processi di controllo, audit e gestione del rischio.​

Leggi anche: Biometria e AI Act: cosa cambia per la sicurezza e la privacy dei dati biometrici 

4. Cybersecurity: NIS2, Responsabilità del Management e Risk Management Continuo

Nel 2026 la cybersecurity diventerà sempre più una responsabilità diretta del management, e non solo un tema tecnico delegato all’IT. La crescita del mercato italiano della sicurezza informatica, stimata intorno al 15%, e il fatto che oltre la metà delle grandi aziende la consideri priorità di investimento confermano che la resilienza cyber è ormai fattore competitivo oltre che requisito normativo.​

La direttiva NIS2 estenderà obblighi e responsabilità a circa 160.000 soggetti in Europa, includendo molte PMI finora escluse, con requisiti di governance formalizzata, gestione del rischio strutturata, segnalazione degli incidenti in tempi molto ridotti e controlli tecnici adeguati. Poiché il 44% dei CISO giudica insostenibile un presidio completamente interno, il modello vincente nel 2026 sarà ibrido: mappatura accurata della postura di sicurezza, autenticazione MFA phishing-resistant, procedure di incident response testate e partnership strategiche con fornitori specializzati.​

Leggi anche: Tutto quello che devi sapere sulla normativa NIS 2

5. Sostenibilità Operativa: CSRD, ESG Reporting e Supply Chain Digitale

Nel 2026 le PMI quotate saranno tenute a rendicontare secondo la CSRD con assurance esterna, trasformando la sostenibilità da tema di comunicazione a requisito operativo strutturato. Ciò richiede la raccolta sistematica di dati ESG, l’adozione del principio di doppia materialità e la produzione di informazioni in formato digitale leggibile dalle macchine.​

In parallelo, la digitalizzazione della supply chain diventa essenziale per dimostrare in modo verificabile la conformità ESG lungo tutta la filiera: tracciabilità dei fornitori, certificazione degli standard etici e ambientali, monitoraggio automatico dei KPI di sostenibilità. Le aziende che oggi implementano EDI, piattaforme cloud e sistemi di data governance per la supply chain non solo si preparano alla CSRD, ma ottengono visibilità completa sulle proprie catene del valore, riducono il rischio di non conformità e trasformano la sostenibilità in un asset competitivo concreto agli occhi di clienti, partner e investitori.​

Dall’obbligo all’opportunità

Secondo gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, solo una parte delle PMI italiane investe nel digitale con un approccio realmente strutturato e orientato anche alla gestione del rischio e alla conformità normativa. Nel 2026 questa distanza diventerà un elemento discriminante tra chi riuscirà a crescere e chi rischierà di essere escluso dalle filiere più evolute.​

La conformità normativa diventerà sempre più il fondamento del vantaggio competitivo. Le imprese che iniziano ora a trasformare gli obblighi di fatturazione elettronica, identità digitale, AI governance, cybersecurity e sostenibilità in pilastri strategici della propria operatività emergeranno come partner affidabili e preferenziali nel mercato europeo. In questo percorso, soluzioni come piattaforme EDI conformi, infrastrutture cloud sicure, strumenti di governance AI e integrazione con EUDI Wallet permettono di coniugare compliance, efficienza operativa e crescita sostenibile.

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