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26.01.2022
| Tempo di lettura: 6 min

Supply chain fashion, quali soluzioni per migliorare l’efficienza?

La sfida più complessa per il settore dovrà essere affrontata con soluzioni digitali e favorendo la sostenibilità

Nel 2022 l’industria della moda tornerà a crescere: tra nuove frontiere digitali e i progressi nella sostenibilità si presentano nuove opportunità di vendita per i brand. Il report di McKinsey rivela le tendenze chiave e i fattori di rischio che potrebbero plasmare la crescita della fashion industry nel corso dell’anno.

In questo articolo scoprirai:

Una ripresa instabile, “a macchie”, polarizzata verso il luxury e la fast fashion, molto diversificata tra aree geografiche. È questo, molto brevemente, ciò che emerge dal report “The State of Fashion 2022”, l’edizione più recente dell’annuale ricerca di McKinsey and Company e The Business of Fashion sui trend di questo mercato.

Ancora una situazione incerta e disomogenea, dunque, che risente ancora dello shock pandemico soprattutto in ambito supply chain. Ed è proprio questa l’area che maggiormente preoccupa gli executive del settore: il 30% dei rispondenti alla survey di McKinsey indica l’efficienza degli approvvigionamenti, delle materie prime e della logistica come la sfida più complessa del prossimo futuro. Per affrontarla, servirà puntare su digitale e sostenibilità.

Piattaforme digitali per bilanciare la produzione

Effettivamente, mai come in questi ultimi due anni la supply chain globale è stata imprevedibile. E considerando quanto il mondo fashion dipenda dal funzionamento della logistica e dalla regolarità degli approvvigionamenti, non stupisce che l’87% degli executive intervistati da McKinsey trovi in questo ambito una delle più grandi sfide del prossimo futuro, aspettandosi una riduzione dei ricavi dovuta a una generica carenza di materia prime, a colli di bottiglia nei trasporti e a costi logistici sempre più alti.

L’efficienza della supply chain è quindi uno dei primi ambiti su cui le aziende fashion dovranno investire per affrontare l’incertezza dei prossimi anni: sarà necessario implementare soluzioni digitali avanzate per accelerare la pianificazione delle materie prime e migliorare la gestione del magazzino e i trasporti verso i punti vendita e verso l’ultimo miglio, con l’obiettivo di bilanciare vendite e produzione. I dati raccolti da queste soluzioni potranno poi essere alimentati anche con informazioni esogene real-time, e fornire così analisi predittive e soluzioni alle criticità.

Piattaforme digitali per eliminare la carta (e raccogliere dati)

Come ogni supply chain, anche quella del fashion si basa necessariamente su uno scambio di documenti di trasporto, bolle, ordini e fatture. Le soluzioni digitali da tempo supportano la digitalizzazione di questi scambi documentali, come per esempio l’EDI, standard diffuso a livello internazionale, e le piattaforme di digital transaction management e firma elettronica.

La digitalizzazione dei documenti consente infatti, oltre ad eliminare la carta, uno snellimento dei processi interni del business, che saranno più veloci ed efficienti, oltre a divenire un’ulteriore fonte di dati da poter analizzare per migliorare l’efficienza logistica.

L’analisi dei dati per conoscere il consumatore

Per bilanciare in modo corretto vendite e produzione, evitando gli sprechi, lavorare sull’analisi dei dati della supply chain può essere sufficiente, ma non è l’unica opportunità da poter cogliere: l’analisi delle vendite tramite e-commerce può dare importanti informazioni sulle abitudini d’acquisto dei propri clienti e sulle loro preferenze. Un ulteriore, importante strumento per prevedere la domanda e adattare la produzione.

Puntare alla sostenibilità per non sprecare materie prime

Secondo il report di McKinsey, il 43% degli intervistati appartenenti alle Gen-Z affermano di cercare attivamente brand sostenibili per i loro acquisti. Se le preferenze d’acquisto dei nuovi consumatori sono già un’ottima leva per spingere le aziende del mondo fashion ad applicare modelli di business sostenibili, McKinsey and Company e The Business of Fashion evidenziano, nell’adozione di una supply chain circolare, un beneficio anche economico, soprattutto se implementata su larga scala e globalmente e abbinata a degli investimenti in impianti per il riciclo: in questo modo l’utilizzo di materie prime riciclate diventerà più conveniente delle materie prime a basso prezzo.

Per approfondire: Monitor for Circular Fashion, cosa evidenzia il report 2021

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