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05.05.2022
| Tempo di lettura: 5 min

CIE per l’accesso ai servizi digitali privati

5 Maggio 2022

Come è possibile sfruttare l’identità digitale CIEid per migliorare la customer experience.

Oltre all’identità digitale SPID, anche CIE permette di snellire i processi aziendali e migliorare di conseguenza la customer experience. Ecco come.

In questo articolo scoprirai:

La CIE (Carta di Identità Elettronica) è il documento di riconoscimento che da luglio 2016 sta sostituendo la carta di identità cartacea della Repubblica italiana. Anche la CIE riporta i dati anagrafici principali, ma, grazie alla presenza di un microchip, essa “contiene” anche altre informazioni, come per esempio un’immagine delle impronte digitali, l’immagine della firma del titolare, ma anche il consenso o meno alla donazione degli organi.

Il microchip inoltre, unitamente a un’applicazione per smartphone, consente l’utilizzo della CIE come identità digitale valida sia per l’accesso ai servizi web della pubblica amministrazione che per altri servizi privati erogati da service provider certificati da AgID. 

Come è possibile dunque utilizzare l’identità CIEid all’interno dei propri servizi digitali?

La diffusione di CIE (e di CIEid)

Ad oggi sono poco più di 28 milioni le CIE rilasciate. Un numero certamente destinato a crescere, poiché il rilascio di CIE avviene “automaticamente” a tutti i cittadini che hanno bisogno di rinnovare il documento di identità.

La CIE non è però solo una semplice carta di identità: come si è detto, grazie all’applicazione per smartphone CIEid, essa può essere utilizzata come identità digitale per l’accesso ai servizi online, anche se solo una parte della popolazione sembra aver attualmente recepito le vere potenzialità dello strumento: solo l’8,3% la utilizza per l’accesso ai servizi online e 1 utente su 4 ne conosce l’utilizzo come identità digitale.*

Ciò è dovuto probabilmente al fatto che l’applicazione CIEid è stata rilasciata solo nella primavera del 2020. Il governo italiano ha però tutto l’interesse a promuoverne e diffonderne l’utilizzo: la Missione 1 del PNRR prevede infatti un investimento di 2,01 miliardi in “Servizi digitali e cittadinanza digitale”, di cui 285 milioni dedicati esclusivamente alla diffusione di SPID, CIE e al progetto ANPR (l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente). L’obiettivo è raggiungere il 70% della popolazione in possesso di un’identità digitale entro giugno 2026, migliorandone l’usabilità e incrementando il numero di servizi pubblici e privati accessibili con le eID.

“Entra con CIE” per i servizi privati

Per raggiungere questo obiettivo, e quindi rispettare gli impegni presi con la UE nell’ambito del PNRR, è dunque fondamentale allargare anche la diffusione dei servizi privati accessibili con CIE, aumentare le occasioni di utilizzo, e quindi l’abitudine e la consapevolezza dei cittadini verso questo strumento.

Perché un’azienda o un’impresa possa utilizzare CIE per l’accesso ai propri servizi online, bisogna però ottenere da AgID l’accreditamento a service provider, un iter di qualificazione tecnica e amministrativa particolarmente complesso. Per questo a oggi sono pochi i service provider accreditati da AgID che hanno la possibilità di integrare il pulsante “Entra con CIE” per l’erogazione dei propri servizi, e Intesa è una di questi.

CIE per il business grazie ai servizi Intesa

Intesa può quindi mettere a disposizione delle imprese e del business i suoi servizi, compresi tutti i vantaggi dell’accreditamento come service provider.

Per esempio Intesa può Integrare il pulsante “Entra con CIE” all’interno della sua customer onboarding platform per l’identificazione, il riconoscimento e la raccolta dei dati anagrafici dei clienti B2c dei servizi finanziari, telco, energy utilities e assicurativi: attraverso la piattaforma customer onboarding di Intesa, gli utenti utilizzeranno la loro Carta di Identità Elettronica per essere identificati e richiedere a Intesa l’emissione di un certificato di firma qualificato (servizio per cui Intesa è Qualified Trust Service Provider) utilizzato poi per apporre Firme Elettroniche Qualificate (FEQ).

Le identità digitali CIE e SPID sono considerate un asset strategico per il rilancio del paese: nei prossimi anni gli investimenti del governo e le stesse evoluzioni normative avranno l’obiettivo di renderle sempre più diffuse e facili da usare. Integrarle nei processi di erogazione dei propri servizi online significa quindi non solo migliorare da subito la customer experience, ma anche anticipare l’innovazione (e la concorrenza).

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