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02.02.2021
| Tempo di lettura: 9 min

Sostenibilità ambientale e profitto: ossimoro o vantaggio?

2 Febbraio 2021

Il ruolo della supply chain intelligente per nuovi modelli di vendita ecosostenibili

Con l’esplosione degli e-commerce nel 2020, ci siamo abituati a ricevere a casa qualsiasi tipo di prodotto. Ognuno con la sua spedizione e il suo imballaggio. È possibile rendere la supply chain più sostenibile dal punto di vista ambientale? Ce ne parla Felice Petrignano, Business Applications Sales Consultant di IBM.

Un brusco risveglio fra gli scatoloni

7 gennaio 2021. Abbiamo appena guardato il telegiornale e ci stiamo preparando per una nuova giornata di lavoro da casa. Mentre rifletto sulle ultime news, mi appresto a un’attività di mia competenza anche prima del nuovo regime di vita familiare Covid-casa-centrico, ovvero il quotidiano “giro delle spazzature”. Le mie figlie da poco maggiorenni mi hanno educato da tempo a un’applicazione rigorosa della raccolta differenziata, riprendendomi per i vasetti di plastica non lavati e nascosti nel sacco del secco. Sento che ci credono veramente, e a ragione: il futuro è loro.

Assorto in queste riflessioni entro nel vano sottoscala del condominio. Uno sguardo è sufficiente per capire che dovrò tornare un altro giorno; decine di scatoloni di cartone e contenitori di plastiche varie affollano il locale pattumiera. Non l’avevo mai visto così. Il Covid ha accelerato di 5 anni rispetto alle previsioni degli analisti l’adozione degli acquisti via e-commerce in Italia. Purtroppo questo sviluppo in condizioni di urgenza ha avuto non pochi effetti collaterali, fra cui gli impatti sull’ecosistema.

Nuovi modelli di business: “product as a service”

Le mie figlie, nate fra il 1996 e il 2010, fanno parte della generazione Z. Secondo uno studio dell’agenzia di consulenza FutureCast, il 60% dei giovani genZ, che nel 2020 rappresentavano il 40% dei consumatori a livello mondiale, afferma di voler “cambiare il mondo” e renderlo un posto migliore.* Pinterest inoltre ha rilevato che i millennials e la gen Z hanno il doppio delle probabilità di cercare idee relative alla sostenibilità e all’ambiente rispetto a chi ha più di 38 anni.

Per esempio, nel campo della moda i giovani dimostrano di apprezzare i servizi di noleggio di capi firmati rispetto all’acquisto “usa e dimentica in armadio dopo l’evento”**. I clienti vivono una nuova esperienza di acquisto, i distributori ottengono nuovi tipi di ricavi dai vestiti di alto valore bloccati in negozio, l’ambiente ha minori impatti in termini di sprechi di materiali tessili e emissioni di CO2. Troppo bello per essere vero?

Ripartiamo dalla personas di riferimento: mia figlia Valentina, 18 anni, digital native, un giro di amici che continua a mantenere online e di persona. Su Pinterest trova un servizio che offre “fashion as a service”. Con un click ordina l’affitto di un vestito particolare per la festa della sua amica – nel rispetto delle attuali ordinanze Covid -. Ha visto che il vestito che desidera affittare è distribuito da un brand retail vicino casa, ma il sistema mostra che in questo momento il “suo” vestito è disponibile solo in un altro negozio, un po’ più lontano ma non troppo. Non c’è problema. O meglio ci sono io. Salto in macchina, mando un messaggio al distributore al numero indicato nella conferma ordine; appena arrivo a Milano, il commesso è già pronto fuori dal negozio con il mio pacco. Il termine corrente è curb side pick up, un servizio che come cliente apprezzo sia per le difficoltà di parcheggio a Milano sia per la mancanza di contatto fisico con altre persone.

In serata mia figlia si presenta alla festa con il capo firmato e il negoziante ha un capo in meno che prende polvere sugli scaffali in attesa dell’inevitabile svendita. Il giorno dopo Valentina può riconsegnare il capo nel negozio del brand sotto casa che non aveva la disponibilità ieri, ma che non ha problemi a gestire il reso in autonomia, e io non devo inquinare l’ambiente per restituirlo in macchina.
Un nuovo WWW: cliente: win, brand: win, ambiente: win.

Dal noleggio al reso: l’importanza dell’economia circolare

Minimizzare l’impatto ambientale dei prodotti e massimizzare il ricircolo dei materiali è possibile anche attraverso la rivendita dei resi, rimessi rapidamente in vendita.
Questa capacità rappresenta un fattore chiave per tagliare il costo dei resi inviati al macero (solo negli Stati Uniti si registra una perdita di 309 Miliardi nei resi per la grande distribuzione)***, un’opportunità economica e di sostenibilità che richiede nuove capacità a supporto del personale, come un sistema che abiliti la gestione dei resi in base a un insieme di condizioni predefinite: quando procedere al cambio, quando attivare richieste di riparazione, o quando restituire il prodotto al produttore.

Perché una supply chain sostenibile?

Gli esempi appena descritti e i dati ci aiutano a capire perché predisporre un piano per la governance dell’ecosostenibilità della supply chain è importante per il business.

Un recente ricerca sui consumatori**** riporta che il 60% dei clienti intende cambiare le proprie abitudini di acquisto per ridurre l’impatto ambientale, e il 71% indicano che sono disposti a pagare fino a un 35% di premio sul prezzo per la tracciabilità dei prodotti.
Una ricerca sui dipendenti***** mostra che circa il 40% della generazione più giovane ha scelto l’azienda considerando fra i fattori primari la politica di sostenibilità. Un cambio di mentalità importante, considerando che i baby boomers hanno dato questa risposta solo nel 17% dei casi. Una sfida rilevante per chi vuole attirare i talenti migliori fra i giovani.
Gli investitori+ mostrano un alto livello di priorità per la sostenibilità perfino durante la crisi del COVID. Negli Stati Uniti i fondi sostenibili hanno attirato un record di 7,3 miliardi di dollari durante il primo trimestre.

In sintesi, portare la sostenibilità fra le più alte priorità dell’agenda di ogni azienda è una questione di sopravvivenza, sia per il business che per il Pianeta.

Offrire ai clienti la possibilità di scegliere quando e dove ricevere i prodotti nel rispetto dell’ambiente, lasciarli decidere se aspettare qualche giorno e raccogliere tutti gli articoli insieme o chiedere di riceverlo in giornata perché davvero urgente, indirizzarli a un negozio di prossimità per il ritiro senza lo spreco di imballaggi di cartone: questa capacità di coinvolgimento del cliente non viene da sola. Le aziende hanno bisogno di un sistema avanzato di orchestrazione degli ordini attraverso i canali come base per abilitare l’inserimento di un’opzione “consegna verde”.

Dalla visione alla realtà

Quindi, cosa serve alle catene di distribuzione per fare leva sui negozi fisici e adottarlo in modo efficace? Quali sono le barriere e le possibili soluzioni offerte dalla tecnologia?
La differenza fra un prodotto in affitto e un product as a service può sembrare sottile, ma si riflette in due modelli operativi diversi che richiedono capacità diverse:
Il prodotto in affitto si basa su un processo lineare: il cliente si collega al sito di noleggio, verifica se nel suo magazzino è disponibile il prodotto e lo ordina.
Il product as a service si basa su un processo più complesso: il cliente vuole affidarsi ai servizi di un brand riconosciuto; il cliente vuole prelevare e restituire cosa vuole dove vuole, con il minore impatto ambientale per imballaggi di spedizione. Questo servizio può essere erogato solo da un brand con almeno 50 o 100 negozi per garantire la capillarità necessaria sul territorio.

Come abilitare una supply chain sostenibile

I responsabili dell’adempimento ordini e dell’inventario non sempre hanno un’accurata visibilità di tutti i livelli dell’inventario distribuito fra i diversi negozi, magazzini e mezzi di trasporto. Questo porta a perdere vendite, a fare promesse online irrealizzabili nel punto vendita, con frustrazione sia del responsabile del negozio che del cliente. I margini si comprimono a causa di ribassi e spese di spedizione affrettate, stock di sicurezza in eccesso.

Avere una visibilità real-time e in tempo reale del magazzino e dell’inventario in ogni negozio vuol dire contribuire al successo del business e delle politiche aziendali di ecosostenibilità, ma è possibile farlo solo tramite piattaforme che diano visibilità dell’inventario e dello stato dei prodotti in tempo reale.

Soluzioni di control tower o di supply chain optimization e planning abilitano l’economia circolare con una piattaforma intelligente di gestione degli ordini capace di gestire la logistica inversa e accelerare le procedure di restituzione, rivendita, riparazione tracciando il ciclo di vita del reso, riducendo gli sprechi e il conseguente impatto ambientale.

Conclusioni: supply chain sustainability

Le aziende stanno affrontando pressioni senza precedenti per incrementare contemporaneamente la profittabilità e la sostenibilità del business, e le operazioni di supply chain sono al centro di questa sfida. Il Covid ha portato alla luce un iceberg di cui fino a poco fa vedevamo solo la punta. Le supply chain viste esclusivamente come centro di costo devono diventare flessibili e adattabili, sia per rispondere a nuove esigenze e aspettative dei consumatori, sia per rispondere a una visibilità sociale che a sua volta condiziona le preferenze dei clienti, in particolare le nuove generazioni.

IBM e Intesa hanno maturato significative esperienze e asset per accompagnare la trasformazione digitale necessaria per creare supply chain più sostenibili, trasparenti e socialmente consapevoli. Intelligenza Artificiale,++ blockchain, collaborazione B2B, soluzioni avanzate di omnicanalità sono rese sempre più fruibili per tutte le aziende attraverso una potente piattaforma, e le competenze dei team di lavoro possono accompagnare le aziende nel loro percorso di ideazione, sperimentazione e adozione di nuovi modelli di supply chain di successo.

*Fonte: FutureCast, Getting to Know Gen Z: How The Pivotal Generation is Different From Millennials
** Fonte: Italia Che Cambia, I millenial e la generazione Z hanno più a cuore l’ambiente
*** Fonte: Global News Wire, New report finds retail returns totaled $309 billion in 2019 impacting stores and ecommerce
**** Fonte: National Retail Federation, Meet the 2020 consumers driving change
***** Fonte: FastCompany, Most millennials would take a pay cut to work at a environmentally responsible company
+ Fonte: BlackRock, Sustainable investing: Resilience amid uncertainty
++ Fonte: IBM Supply Chain Blog, Does my fulfillment operation really need AI?

A cura di Felice Petrignano, Business Applications Sales Consultant di IBM

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