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21.04.2021
| Tempo di lettura: 4 min

Blockchain e DLT, verso la concretezza

21 Aprile 2021

Cosa emerge dal report dell’Osservatorio Blockchain & DLT del Politecnico per l’anno 2020

Nel 2020 si è investito meno in soluzioni blockchain, ma più del 60% degli investimenti si sono concentrati su progetti operativi. Un dato che indica la tendenza a concentrarsi su progetti più operativi e concreti.

“Si inizia a spostare l’attenzione su progetti di ecosistema, tramite la partecipazione ad alcuni consorzi internazionali.”
Terminava così l’articolo pubblicato lo scorso 28 gennaio 2020 su questo blog. Nonostante il Covid-19 abbia stravolto moltissime previsioni e tendenze, a un anno di distanza si può confermare questo andamento.
Dopo l’uscita del nuovo il report finale dell’Osservatorio Blockchain e DLT del Politecnico di Milano*, vediamo cosa è cambiato nel panorama della blockchain durante il 2020.

I progetti blockchain verso la maturità

Nonostante la maggiore attenzione ai progetti di ecosistema emersa nel 2019 si sia affermata nel 2020, anche in ambito blockchain la pandemia ha lasciato il suo segno: durante il 2020 sono diminuiti drasticamente, anche a livello internazionale, gli annunci di nuovi progetti, e allo stesso modo c’è stato un calo degli investimenti delle aziende italiane (-23% rispetto al 2019).

Questo apparente calo del mercato, tuttavia, si configura piuttosto come un avanzamento verso la maturità di questa tecnologia. Seppure diminuiti, il 60% degli investimenti del 2020 si concentrano sull’avvio di progetti operativi. Le aziende hanno dunque preferito rivolgere la loro attenzione a progetti già avviati, il cui numero, infatti, rimane invariato rispetto al 2019.

Settori, processi, obiettivi

Altro dato invariato rispetto al 2019 sono i settori di investimento. Al primo posto troviamo il settore finance e assicurativo, ma si registra anche un sempre maggior interesse per i progetti blockchain da parte del mondo pharma e healthcare, a cui nel 2020 è stato destinato il 3% degli investimenti totali. Un (possibile) ulteriore effetto della pandemia nel mondo blockchain.

La blockchain infatti può essere utilizzata per la costruzione di una piattaforma di fornitura in cui tutti i passaggi della supply chain nel pharma vengono tracciati in modo sicuro, fornendo ai clienti finali la possibilità di identificare, tracciare e verificare, i prodotti che stanno per assumere. Un interessante progetto in questo ambito è quello avviato dal Consorzio DAFNE.

Dal punto di vista dei processi e degli obiettivi dei progetti, durante il 2020 l’attenzione degli investimenti si è spostata sul supporto della blockchain per la gestione e il coordinamento dei dati. Durante l’anno scorso si è verificato un incremento del numero dei progetti blockchain dedicati al management di dati e documenti, la cui percentuale supera oggi quella dei progetti dedicati ai pagamenti, e l’emergere dei progetti legati all’identità.

Nascono gli ecosistemi, ma con applicazioni limitate

Gli ecosistemi blockchain possono definirsi come piattaforme (general purpose o application specific) i cui partecipanti interagiscono tra loro generando valore e costruendo applicazioni.
Durante il 2020 si è assistito a un aumento del numero di applicazioni, in particolare sulle piattaforme application-specific, e a un’estensione dei partecipanti all’interno di alcune di queste piattaforme. La blockchain, infatti, può dare risposte assolutamente innovative creando un sistema di relazioni interamente basato su un nuovo concetto di fiducia.

Come si può interpretare questo dato? Rispetto al 2019 pare affievolirsi la perplessità delle aziende nei confronti dei benefici della blockchain*, ma allo stesso tempo persiste una certa oculatezza nell’adesione ai progetti. Chi si affaccia al mondo blockchain preferisce partire da casi di applicazioni semplici e verticali nel loro ambito di mercato.

Questo trend tuttavia rende difficile l’interoperabilità tra applicazioni e riduce le effettive possibilità che gli ecosistemi blockchain possono offrire: i principali benefici riscontrati dalle aziende che hanno implementato dei progetti blockchain, infatti, si trovano anche nella creazione di un ecosistema basato sulla fiducia reciproca tra partner, fornitori e clienti.

* Nel 2019 il 51% di coloro che non avevano ancora avviato iniziative in ambito blockchain ne individuava la motivazione proprio nella difficoltà di individuare benefici.

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