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01.12.2020
| Tempo di lettura: 5 min

Tecnologia e identità digitale, scenari futuri

Ecco quali sono i principali trend tecnologici in ambito digital identity

Si è tenuto il primo convegno finale del percorso di ricerca degli Osservatori del Politecnico di Milano dedicato alla Digital Identity. Vediamo qual è il panorama della digital identity e quali sono i trend tecnologici in questo ambito.

Quello dell’identità digitale in Italia è un panorama frammentato e in movimento. Complice una normativa che propone sempre nuove sfide – ma apre anche molte possibilità -, un’evoluzione tecnologica sempre più veloce e un 2020 che ha messo in luce i punti deboli del nostro Paese, anche l’attenzione e la ricerca in tema identità digitale cominciano a farsi più rumorose, seppur con voci e intensità diverse tra loro.

In questo contesto si inaugura anche il primo percorso di ricerca degli Osservatori del Politecnico di Milano dedicato alla Digital Identity, al suo primo convegno finale. Intesa ha seguito le attività 2020 in qualità di partner sostenitore della ricerca: ecco come si presenta il panorama dell’identità digitale oggi e quali sono i principali trend tecnologici.

I 5 modelli di identità digitale: affidabilità vs. diffusione

I modelli più sicuri sono anche i meno diffusi. L’Osservatorio ha infatti individuato 5 modelli di identità digitale attualmente in uso, per i quali si può evidenziare un andamento inversamente proporzionale tra diffusione e sicurezza.

I modelli più sfruttati infatti sono i Social ID e gli eCommerce ID, cioè l’insieme dei dati dichiarati dagli utenti al momento dell’iscrizione a una piattaforma social o a un e-commerce. Questo tipo di credenziali sono spesso utilizzate in modalità single-sign-on (cioè si possono utilizzare per accedere a servizi o applicazioni diverse), ma conoscono un basso livello di sicurezza, poiché il modello di business stesso di queste piattaforme si basa sulla monetizzazione dei dati degli utenti.

Tutt’altro tipo di utilizzo è quello che si fa delle credenziali eGov, i modelli di identità digitale sviluppati da enti governativi caratterizzati da un alto livello di sicurezza e utilizzati per accedere ai servizi pubblici. In questo caso, infatti, la ricerca evidenzia un utilizzo occasionale delle identità digitali, ancora poco sfruttate sia dai service provider che dai cittadini stessi. Molte occasioni ancora da cogliere e investimenti da valorizzare.

A metà strada si trovano i modelli Financial ID e Mobile ID, le cosiddette “identità funzionali”, largamente diffuse in quei paesi europei che si stanno dimostrando più virtuosi nell’utilizzo delle identità digitali. Questi modelli vengono usati (almeno inizialmente) in ambiti circoscritti e settoriali, ma offrono grandi opportunità non solo per completezza e sicurezza dei dati ma anche per l’attenzione verso l’esperienza utente.

Trend tecnologici per l’identità digitale

Lo sviluppo tecnologico è quindi uno dei principali motori di innovazione dei modelli di identità digitale. L’integrazione delle tecnologie all’avanguardia in ambito identità digitale offre infatti l’opportunità di creare sistemi di riconoscimento sicuri, adeguati alla normativa e che, soprattutto, tengano conto dell’esperienza utente.

Artificial intelligence e riconoscimento biometrico sono, fra tutte, le tecnologie che maggiormente stanno alimentando lo sviluppo di soluzioni di riconoscimento e creazione delle identità, soprattutto in combinazione con i servizi di digital onboarding, oggi attività imprescindibile per i servizi digitali soggetti all’obbligo di riconoscimento degli utenti.

«L’intelligenza artificiale è la tecnologia che ha l’impatto più grande sull’identità digitale» ha affermato Marco Broggio, CIO di Intesa, durante la Tavola Rotonda del Convegno dell’Osservatorio Digital Identity «in Intesa cerchiamo di sfruttare queste tecnologie con un approccio di open platform, guardando sia alle tecnologie che sono già presenti sul mercato – ci sono tante realtà con specializzazione altissima e in ambito intelligenza artificiale – ma allo stesso per noi è fondamentale avere in casa anche le competenze per poter gestire al meglio queste tecnologie»

Sempre in ambito biometria, grande attenzione è rivolta alla tecnologia di riconoscimento vocale come elemento biometrico di autenticazione. Continua Broggio: «La voce è il trend della tecnologia biometrica che sta crescendo con più velocità, ci sono già ora diversi device che vengono comandati con la voce. Penso diventerà più naturale interagire con dei device con la voce e, perché no, venire riconosciuti».

Allargando lo sguardo sulle tecnologie emergenti, la blockchain si sta affermando come tecnologia per ottimizzare le procedure di KYC. È questo l’obiettivo del progetto avviato a giugno 2020 da CeTIF – Università Cattolica Del Sacro Cuore, Intesa (Gruppo IBM), in collaborazione con le Authority, Cherry Chain e IBM per la condivisione sicura delle informazioni all’interno di un ecosistema: ciò consentirà all’utente di avere il controllo completo dei propri dati, secondo il modello di identità digitale Self Sovereign Identity, e alle aziende dell’ecosistema di ottenere un notevole risparmio sulle procedure KYC.

Scopri di più- Identificazione Digitale

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