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07.09.2022
| Tempo di lettura: 5 min

SPID, CIE e firma dei contratti online

7 Settembre 2022

Come utilizzare le identità digitali per la firma di contratti e documenti elettronici

SPID, CIE e firma dei contratti online

Implementare l’identificazione con SPID e CIE all’interno di una soluzione di firma o di DTM può migliorare notevolmente la customer experience. Ecco perché.

In questo articolo scoprirai:

La firma elettronica è ormai da tempo uno strumento molto utilizzato nei processi di business, fondamentale per la dematerializzazione dei documenti. L’equiparazione della firma elettronica con quella autografa è infatti una delle prime risoluzioni del CAD, il Codice dell’Amministrazione Digitale entrato in vigore nel 2006.

In “ere tecnologiche”, 16 anni sono sufficienti per vedere nascita ed evoluzione dei servizi di firma elettronica (o di digital transaction management) che negli anni si sono arricchiti di nuove funzionalità e integrazioni, a seconda degli aggiornamenti della normativa o delle innovazioni tecnologiche.

Oggi, le piattaforme di firma elettronica più aggiornate riescono a gestire anche procedure molto complesse, con workflow sempre personalizzabili e soprattutto con una customer experience facile e intuitiva.

L’ultima frontiera nella semplificazione dei processi di firma è la possibilità di utilizzare – all’interno dello stesso processo e senza mai uscire dalla piattaformaun’identificazione con SPID e CIE per l’emissione di un certificato di firma qualificata “one-shot” (cioè la cui validità è limitata alla sessione di firma della pratica).

Come utilizzare le identità digitali nei processi di firma

Innanzitutto è importante specificare che non tutti i fornitori di servizi digitali possono implementare l’identificazione con SPID e CIE all’interno di una soluzione di firma o di digital transaction management. Il fornitore, infatti, per poter utilizzare i sistemi pubblici di identità digitale deve essere un service provider autorizzato da AgID.

È questo il caso di Intesa, che ha così potuto integrare questa possibilità all’interno della piattaforma Intesa Sign, creando un processo end-to-end che permette agli utenti di apporre una Firma Elettronica Qualificata a seguito di un’autenticazione con le proprie credenziali, senza mai “uscire” della piattaforma di firma.

Vediamo nel dettaglio quali sono gli step di questa funzionalità.

Gli step della piattaforma Intesa Sign

L’utente firmatario riceve il link da Intesa Sign e conclude il processo in questo modo:

  • Il firmatario visualizza il documento da firmare su Intesa Sign per prendere visione del documento
  • Il firmatario accetta di condividere i propri dati con Intesa per l’emissione di un certificato firma qualificato one-shot 
  • Il firmatario viene indirizzato alla fase di riconoscimento
  • Il firmatario sceglie se effettuare un accesso con SPID o CIE e verrà reindirizzato alle modalità di riconoscimento a seconda dell’identity provider
  • Dopo aver inserito le credenziali SPID o CIE, il firmatario conferma la propria volontà di sottoscrivere firmare i documenti contenuti all’interno della pratica
  • A completamento del processo riceve una e-mail di conferma con il documento firmato in allegato

Ambiti di applicazione e vantaggi

Questa modalità di firma è particolarmente utile per i business che si basano su transazione documentale e che gestiscono un gran numero di clienti: istituti bancari e finanziari, TELCO, fornitura di energia e assicurazioni.

La FEQ e il riconoscimento con SPID e CIE risultano particolarmente vantaggiosi per la customer experience del cliente, poiché queste identità digitali sono ormai molto diffuse e gran parte della popolazione potrà riconoscere una procedura già utilizzata altrove.

Le aziende, d’altra parte, avranno a disposizione una piattaforma completa della fase di riconoscimento degli utenti senza dover diventare una “Local Registration Authority” (LRA) di Intesa.

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