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16.06.2020
| Tempo di lettura: 6 min

Oltre la Fatturazione Elettronica

16 Giugno 2020

I risultati del rapporto annuale dell’Osservatorio Digital B2b del Politecnico di Milano, di cui Intesa è partner

Nota positiva per il sistema di fatturazione elettronica e la digitalizzazione dei processi interni, ma il driver principale rimane la normativa. Cresce l’interesse per l’analisi dei dati e nelle nuove tecnologie.

La normativa e gli obblighi di legge sono ancora il primo conduttore di innovazione nei servizi B2b, in un panorama italiano che sembra aver intuito l’importanza della smaterializzazione documentale, dell’analisi dei dati e delle tecnologie, ma appare ancora timido nell’effettiva innovazione dei processi. Come nota positiva, si riscontrano alcuni metri di vantaggio rispetto all’Europa nella diffusione della fatturazione elettronica.
È ciò che emerge, in sintesi, dal rapporto annuale 2020 dell’Osservatorio Digital B2b della School of Management del Politecnico di Milano, di cui Intesa è partner.
Vediamo nel dettaglio i risultati della ricerca.

 

L’offerta: aree di miglioramento nelle tecnologie di frontiera

Del cluster preso in considerazione dalla ricerca (250 aziende con un fatturato superiore a 2 milioni di euro), risulta come le soluzioni digitali a supporto di processi interni generino il 40% del fatturato. Di questo 40% di fatturato, il 60% deriva da strumenti a supporto dei processi interni all’azienda, e il 40% da soluzioni per la Supply Chain.
Per quanto riguarda le tecnologie utilizzate, invece, si rileva come solo il 4% delle soluzioni integrano tool di artificial intelligence, rendendo l’uso di tecnologie avanzate l’ambito su cui c’è più margine di miglioramento. Come si vedrà di seguito, il dato è in linea con i comportamenti delle aziende della domanda.

È proprio nelle tecnologie di frontiera che comunque si registra da parte delle aziende dell’offerta uno sforzo di aggiornamento, seppur sul lungo periodo, principalmente per quanto riguarda cloud, blockchain e artificial intelligence: come si è detto, il principale alleato dell’innovazione delle soluzioni rimane infatti l’adempimento degli obblighi normativi, che non sempre va di pari passo alla necessità di innovazione tecnologica. La certezza, comunque, è che l’emergenza sanitaria abbia dato una spinta notevole alla digitalizzazione dei processi, costringendo molti a uscire da una comfort zone a cui la maggior parte delle aziende afferma di non voler ritornare dopo l’esperienza digitale.

Anche nella fiducia e nell’utilizzo dei dati come fattori determinanti a livello strategico si può parlare di passi avanti, con la previsione di aumento del valore di mercato di poco più del 50% nei prossimi 5 anni. I dati acquisiranno più importanza soprattutto in ambito supply chain: attualmente il 60-70% delle aziende si colloca a un livello medio di analisi dei dati per la supply chain, dimostrando ancora una volta la scelta di investimenti cauti nel settore, che potrebbero incrementare dopo la crisi del lockdown. Ed è proprio durante il lockdown che sistemi di analisi dei dati tramite intelligenza artificiale avrebbero potuto svolgere un importante ruolo.

La domanda: una digitalizzazione ancora disomogenea

Tra le aziende che usufruiscono dei servizi di digitalizzazione, ancora una volta il cardine dell’adozione di piattaforme digitali è dato dall’adempimento normativo: con l’obbligatorietà della fatturazione elettronica anche tra privati a partire da gennaio 2019, la percentuale di aziende italiane che emette fatture elettroniche è salita al 78%, ma molto spesso si tratta dell’unica fase di tutta la procedura documentale effettivamente digitalizzata, a conferma di una digitalizzazione ancora frammetata. Molto spesso le aziende attivano applicativi stand-alone per rispondere agli obblighi normativi, che difficilmente si integrano con le piattaforme già in uso.

Di pari passo, dunque, l’adozione ancora minima di tecnologie avanzate: “La fattura elettronica è un ottimo strumento dal punto di vista fiscale amministrativo, ma ritengo che i dati operativi che alimentano correttamente e coerentemente i modelli predittivi di artificial intelligence siano altrove, allargati all’intero ciclo dell’ordine e con tracciati più completi e articolati” afferma Luigi Traverso, Head of Supply Chain Solutions di Intesa.

Situazione più positiva si trova invece nella digitalizzazione dei processi interni (workflow approvativi, conservazione documentale), che coinvolge ormai il 72% delle aziende.
In crescita anche il numero degli eCommerce B2b: il valore degli ordini scambiati tramite strumenti digitali è aumentato del 14% tra il 2018 e il 2019, di cui il 13% e il 19% corrispondono a conferme di ordine e avvisi di spedizione.

 

Italia avanti in Europa nell’utilizzo della fatturazione elettronica

Come anticipato, l’Italia si trova in una posizione di vantaggio per l’utilizzo e la diffusione dei sistemi di fatturazione elettronica rispetto agli altri paesi dell’Unione europea: il 97% delle fatture del 2019 è stato trasmesso in formato elettronico tramite canali SFTP o WebService, confermando la validità del sistema, che rende l’Italia un punto di riferimento.
Avvio positivo (nonostante tutto, si potrebbe dire) anche per l’obbligo di invio di ordini tramite Nodo Smistamento Ordini per tutti gli enti del Servizio Sanitario Nazionale, iniziato il 1 febbraio 2020, che ha visto un trend di 20.000 ordini giornalieri, senza essere apparentemente intaccato dalla crisi del Covid-19.

L’ombra del DESI

Il rapporto dell’Osservatorio Digital B2b arriva pochi giorni dopo il poco lusinghevole rapporto DESI 2020 sullo stato della digitalizzazione nell’eurozona, che addirittura arretra l’Italia di un posto nel ranking della digitalizzazione dell’economia e della società rispetto all’anno scorso e ci colloca ultimi nell’ambito delle competenze digitali di base. Sono premesse che devono responsabilizzare ulteriormente il ruolo delle aziende dell’offerta, le quali dovranno farsi promotrici di una prima accelerazione della digitalizzazione nel nostro paese.

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