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05.03.2019
| Tempo di lettura: 6 min

Blockchain: da hype a realtà per il business

5 Marzo 2019

Blockchain è molto di più di un insieme di tecnologie innovative; è un nuovo paradigma dal potenziale enorme, ancora dominato da una diffusa incertezza ma gradualmente si vedono i primi casi d’uso concreti.

Blockchain ha la potenzialità di rivoluzionare interi ecosistemi e in essi di cambiare radicalmente i modelli di interazione tra individui, aziende e istituzioni. Lo stanno progressivamente capendo le aziende italiane che, seppur con un po’ di ritardo rispetto ad altri paesi, hanno investito circa 15 milioni di euro in progetti blockchain nel 2018; le sperimentazioni in ambito bancario sono ancora predominanti ma i casi nell’agri-food e in diversi altri settori come quello assicurativo e il mondo delle utility sono in forte crescita*.

In occasione del Convegno “L’Universo dell’Internet of Value – le galassie della Blockchain” organizzato dall’Osservatorio Blockchain & DLT del Politecnico di Milano, sono stati diffusi i dati di un censimento condotto su scala mondiale su 579 progetti blockchain nel triennio 2016-2018**. Prendendo in considerazione la distribuzione dei casi per nazione, al primo posto ci sono gli Stati Uniti con il 17% dei casi, al secondo posto il Giappone con oltre il 7%, al terzo la Cina con il 7% e al quarto, a parimerito, Regno Unito e Corea con il 4%. I più presenti e attivi sono risultati essere gli attori finanziari (280 casi, circa la metà del campione analizzato), le pubbliche amministrazioni (59 casi) e gli operatori logistici (44 casi).

Il numero di progetti basati su blockchain è in costante aumento (+76% nell’ultimo anno). Dei 328 casi censiti negli ultimi dodici mesi, i progetti operativi sono ancora relativamente pochi (46 casi). Tuttavia va anche detto che erano solo 6 nel 2017.

Complessivamente si contano circa 3.500 brevetti blockchain: 50% sono cinesi e solo 0,4% risultano provenienti dall’Europa. Per colmare questo gap “è necessario continuare ad investire in progetti di filiera, startup e sulle piattaforme globali” – ha commentato Pietro Lanza, General Manager Intesa e Blockchain Director IBM Italia, relatore alla Tavola Rotonda organizzata in occasione dell’evento. “Stiamo sperimentando nuovi modelli di business basati su blockchain che partano dal valore di business e non dalla tecnologia” questo sarà un ulteriore impulso alla diffusione di blockchain.

In occasione del Convegno sono stati inoltre resi noti i risultati di un recente sondaggio finalizzato a misurare il sentiment delle aziende italiane in merito a questo tema molto dibattuto. Il 59% degli intervistati dichiara di aver progetti o di essere in procinto di avviarne: di questi, il 3% ha già progetti operativi, il 36% ha avviato delle sperimentazioni e il 20% le avvierà nei prossimi 12 mesi. Solo il 10% dichiara di non avere in previsione progetti e il restante 31%, per il momento, sta solo raccogliendo informazioni.

Molte aziende ritengono infatti che blockchain sia ancora tecnologicamente immatura per essere implementata a supporto di processi complessi, soprattutto a causa della limitata efficienza transazionale, dello sforzo di integrazione dei dati (non è solamente un limite della tecnologia blockchain) e della mancanza di standard. Inoltre, in molti casi, il comparto IT delle aziende non ha ancora raggiunto la necessaria maturità tecnologica per garantire una perfetta integrazione dei dati su blockchain.

Questi fattori di impedimento, tuttavia, potranno ridursi con l’affermarsi di due fenomeni: da un lato, le aziende stanno progredendo rapidamente nel loro percorso verso un moderno panorama IT e questo semplificherà la gestione e l’integrazione dei dati, anche su blockchain; dall’altro, la tecnologia sta maturando e i principali fornitori di servizi IT hanno introdotto modelli di offerta as-a-service che mettono a disposizione delle aziende una possibilità relativamente economica per sviluppare i propri casi d’uso. Le soluzioni di blockchain offerte da IBM sono generalmente considerate le più perfomanti in ambito enterprise.

 

A poco più di 10 anni di distanza dalla creazione della prima blockchain (Bitcoin), quali sono quindi i possibili scenari evolutivi di blockchain?

Gartner ha tracciato il percorso di sviluppo per prossimi 10 anni definendo 4 fasi (Gartner’s Blockchain Spectrum***) attraverso le quali  blockchain potrà passare dallo stadio di hype a quello di realtà affermata.

Fase 1 (2009-2020) – tecnologie abilitanti la blockchain

Questa prima fase è contraddistinta da esperimenti e si basa su tecnologie che concorrono a costruire le fondamenta su cui possono essere create le future soluzioni blockchain. I progetti sviluppati in quest’ottica hanno capacità operative limitate a un piccolo numero di nodi coinvolti, appartenenti alla stessa azienda o ad un numero relativamente limitato di imprese diverse.

Fase 2 (2016-2023) – soluzioni ispirate a blockchain

Si tratta dell’attuale fase, contraddistinta delle soluzioni progettate per affrontare specifici problemi operativi. Il più delle volte si tratta di progetti volti a gestire processi inter-organizzativi o per risolvere inefficienze di conservazione dei registri. Queste soluzioni stanno sperimentando il fenomeno della tokenization o, con non poche difficoltà, il concetto di consenso distribuito.

Fase 3 (2020s) – soluzioni complete su blockchain

A partire dal 2020, le soluzioni completamente basate su blockchain faranno uso degli smart contract per trarre il massimo beneficio dalla tecnologia blockchain, compresa la tokenization e la decentralizzazione spinta.

Fase 4 (post 2025) – soluzioni avanzate di blockchain

In questa fase, gli smart contract avranno un’autonomia reale e le tecnologie avanzate consentiranno scambi e transazioni che non sono attualmente possibili. In questo stadio inizieremo a vedere organizzazioni autonome decentralizzate (DAO – Decentralized Autonomous Organizations) e microtransazioni eseguite direttamente dalle macchine.

Analizzati questi scenari evolutivi e valutati  gli innumerevoli contesti applicativi a cui blockchain è già stata associata, risulta di primaria importanza valutare anche le modalità con cui queste tecnologie si adattano al profilo di rischio e agli scenari di investimento delle organizzazioni. Le aziende stanno finalmente investendo tempo e denaro nella costruzione di un proprio know-how su questi temi e con buona probabilità la tecnologia blockchain potrà presto dimostrare il suo vero potenziale all’interno dei contesti di business.

Intesa (Gruppo IBM), in qualità di partner dell’Osservatorio Blockchain & DLT, è lieta di contribuire costantemente alla ricerca mettendo a disposizione il suo specifico competence center che lavora in forte sinergia con quello della capogruppo IBM Italia e condividendo la propria esperienza nella gestione dei processi digitali per le aziende, al fine di far evolvere la tecnologia blockchain ad uno stadio di reale utilità per il business.

 

A cura di Luca Spina – Chief Marketing Officer, Intesa (Gruppo IBM)

 
*Fonte: Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger, Politecnico di Milano

**Fonte: www.osservatori.net

***Fonte: www.gartner.com

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