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29.11.2018
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Trasformazione digitale: come rispondono i professionisti?

29 Novembre 2018

L’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale si è posto come punto di riferimento per approcciarsi al digitale in base alle nuove esigenze ed ai nuovi servizi professionali.

A che punto è la digitalizzazione in Italia? Una risposta strutturata e completa è fornita dall’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale*, organizzato dal Politecnico di Milano, che offre un supporto completo a tutti i professionisti che vogliono comprendere meglio in che direzione si stia evolvendo la trasformazione digitale: tra questi avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, notai, ecc.

Dai dati della ricerca emerge che il 38% degli studi presi in considerazione si sente pronto ad affrontare la nuova trasformazione digitale, mentre il 60% ritiene la propria dotazione digitale adatta per le esigenze moderne ma non per quelle future. Tra i professionisti, gli avvocati rappresentano la categoria che spende di meno (5.300 euro), ma in compenso registrano la crescita di spesa più alta (+15%). Elisa Santorsola, Co-Direttrice dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale, evidenzia come le tecnologie più diffuse negli studi professionali sono ancora “law driven”, ovvero imposte dalla normativa ed indispensabili per lavorare. Diversamente, gli strumenti di Intelligenza Artificiale (AI), sono utilizzati solo da pochi studi professionali.

In base ai dati elaborati dall’Osservatorio si prospetta comunque una crescita degli investimenti ICT per l’anno prossimo pari al 3,8%, vale a dire 1.217 milioni di euro. Gli studi che destineranno gran parte del loro budget all’investimento nella digitalizzazione comprendono commercialisti, consulenti del lavoro e avvocati.

I fattori che spingono maggiormente gli investimenti ICT comprendono gli obblighi normativi, la ricerca di efficienza dello studio e il desiderio di fornire ai clienti nuovi servizi e strumenti. I principali ostacoli verso la digitalizzazione sono invece rappresentati dalla mancanza di agevolazioni e finanziamenti, dall’indifferenza dei clienti verso i nuovi servizi digitali e dall’assenza di richiesta di innovazione da parte dei clienti.

Gli strumenti innovativi maggiormente apprezzati

Tra i servizi digitali maggiormente apprezzati si segnalano la firma digitale (utilizzata dal 97% degli studi), la fatturazione elettronica (42%), i software per le videochiamate (36%), i siti web (34%) e le piattaforme di e-learning (28%). Nel nuovo processo di trasformazione digitale risultano molto apprezzati i servizi cloud, utilizzati dal 46% degli studi presi in considerazione come ad esempio mail/PEC, digitalizzazione delle fatture, archivio documenti, sistemi gestionali e servizi legali telematici mail/PEC.

La ricerca di nuovi clienti comprende un mix di strumenti digitali ed analogici, anche se questi ultimi sono ancora in netta predominanza. Il passaparola continua ad essere il principale canale per reperire una nuova clientela, seguito dalla partecipazione di professionisti a convegni come relatori e dalle azioni dirette dello studio come mail, telefonate e pubblicità. Nell’ambito dello sviluppo digitale però stanno assumendo un ruolo sempre più centrale i social network, dove poter avviare strategie di content marketing adatte ad un pubblico ben definito.

La relazione col cliente comunque viene gestita prevalentemente con i metodi tradizionali. Circa 3 studi su 4 gestiscono il rapporto tramite incontri, telefonate o e-mail. I restanti comunicano digitalmente ma in maniera monodirezionale utilizzando e-mail, newsletter e portale documenti. In alternativa vengono utilizzati strumenti bidirezionali come social network, chat e portatili per collaborare su attività, mentre solo una piccolissima parte costruisce una relazione multicanale.

Un riferimento particolare merita inoltre la fatturazione elettronica, che entrerà in vigore con una normativa specifica a partire dal 2019, e che interessa tutti gli studi professionali che dovranno quindi adeguarsi con strumenti a norma. La maggior parte degli studi si è attrezzata per fornire ai clienti questo servizio acquisendo un software o applicativi specifici; persiste tuttavia un po’ di confusione tra i professionisti, che lo ritengono comunque un adempimento giusto nonostante le modalità di implementazione lascino ancora molte perplessità.

* Fonte: www.osservatori.net

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